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Servizio Tecnico - referente: dott.ssa Sara Meschini
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08.10.2021 - lavori pubblici

CARO PREZZI MATERIALI – A BREVE IN GAZZETTA UFFICIALE IL DECRETO CHE REGOLA IL FONDO DA 100 MILIONI PER LA COMPENSAZIONE ALLE IMPRESE

Si informa che il Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha firmato, lo scorso 30 settembre, il decreto contenente i criteri per ripartire i 100 milioni di euro stanziati dal DL 73/2021 (Sostegni Bis), in compensazione, alle imprese per il vertiginoso aumento dei prezzi verificatosi nell’ultimo anno nei listini dei principali materiali edili.

Il provvedimento, attuativo dell’art.1-septies comma 7 del DL 73/2021, è in ogni caso propedeutico all’arrivo di un secondo provvedimento – previsto dal comma 1 dello stesso Sostegni Bis – che individua gli scostamenti di prezzo dei materiali in un dato periodo di riferimento – il primo semestre 2021. Quest’ultimo decreto, ancora in fase di definizione, è atteso per la fine di ottobre.

I due provvedimenti fanno parte della strategia messa in campo dal governo e fortemente voluta e spinta da Ance per evitare che l’aumento dei prezzi delle materie prime paralizzi i cantieri pubblici (soprattutto ora, alla vigilia delle opere da finanziare con il PNRR), portando ad un collasso delle imprese appaltatrici.

Si ricorda che l’art. 1-septies del Decreto Sostegni bis come convertito prevede che per far fronte alle compensazioni ciascuna stazione appaltante potrà attingere a ribassi d’asta eventualmente disponibili anche di altre opere, qualora non ne sia prevista una diversa destinazione in base alle norme vigenti, nonché le somme disponibili relative ad altri interventi ultimati di competenza della medesima stazione appaltante e per i quali non siano stati eseguiti i relativi collaudi oppure, nei limiti del 50%, ricorrere alle somme accantonate per imprevisti nel quadro economico di ogni progetto, e, infine, far ricorso al Fondo da 100 milioni appositamente creato per compensare gli aumenti dei lavori eseguiti e contabilizzati nel primo semestre 2021. In caso di insufficienza delle risorse proprie, pertanto, le stazioni appaltanti potranno attingere anche ad un ulteriore bacino di risorse e cioè un Fondo da 100 milioni di euro appositamente costituito e su cui il 30 settembre è stato firmato il decreto ministeriale.

Due i criteri di riparto del Fondo previsti nel DM di prossima pubblicazione. Da un lato, infatti, il plafond è stato suddiviso in tre parti sostanzialmente uguali: 33 milioni sia per le grandi, sia per le medie imprese e 34 milioni per le piccole. Una mossa che non convince molti analisti, considerando la preminenza di piccole imprese anche negli appalti pubblici.

Dall’altro il decreto prevede al contempo (come un secondo criterio vero e proprio) che ciascuna impresa concorra “alla distribuzione delle risorse (…) esclusivamente in ragione della propria qualificazione (…), a prescindere dall’importo del contratto aggiudicato”.

La ripartizione delle quote, dalle prime bozze circolate, prevede:

  • alla «piccola impresa», cioè in possesso dei requisiti di cui all’art.90 del dpr 207/2010 ovvero in possesso della qualificazione nella prima o seconda classifica di cui all’art.61 del dpr 207/2010 (appalti fino a 516.000 euro), è assegnata una dotazione di 34 milioni;
  • alla «media impresa», cioè n possesso della qualificazione dalla terza alla sesta classifica di cui all’art.61 del dpr 207/2010, è assegnata una dotazione di 33 milioni;
  • alla «grande impresa», cioè in possesso della qualificazione nella settima o ottava classifica di cui all’arti.61 del dpr 2017/2010, è assegnata una dotazione di 33 milioni.

Quanto alle tempistiche, il decreto prevede che la richiesta di accesso al Fondo da parte dei soggetti tenuti all’applicazione del codice degli appalti, possa avvenire entro 60 giorni dalla pubblicazione del DM in Gazzetta ufficiale.

Ance, oltre a chiedere misure analoghe anche per l’edilizia privata, ha messo in guardia sui tempi troppo lunghi della procedura per i cantieri pubblici e chiede concretezza nel provvedimento che fotograferà l’aumento dei prezzi.

Una volta mappati gli aumenti dei prezzi e pubblicato il decreto, gli appaltatori potranno presentare apposita istanza di compensazione rivolgendosi direttamente alla stazione appaltante entro 15 giorni dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale.

A preoccupare sono soprattutto tre aspetti.

Da un lato, i tempi troppo lunghi per ricevere le compensazioni: si calcola che le aziende, con il meccanismo approvato, riceveranno la compensazione non prima di marzo 2022.

Dall’altro, il timore che il provvedimento che mapperà l’aumento dei prezzi sia redatto sulla base di criteri vagamente statistici, capaci di registrare variazioni assolutamente disancorate dalla realtà.

In ultimo, il fatto che la tutela per l’aumento dei materiali interessi ad oggi solo il primo semestre 2021 e non vi è ancora una prospettiva sui progetti andati in gara nel secondo semestre 2021 quasi certamente redatti sulla base di prezzari assai distanti da quelli correnti sul mercato.

Il problema, pertanto, non riguarda soltanto i rapporti contrattuali in corso, ma anche quelli di prossimo affidamento o appena affidati. Ora, in assenza di un corretto adeguamento dei prezzari e degli importi a base d’asta, verrà fortemente compromessa la possibilità di formulare offerte congrue, con grave nocumento per i principi di una sana e leale concorrenza, e con negative ripercussioni sulla fase esecutiva dei lavori.

Lo stesso Codice dei Contratti chiede alle stazioni appaltanti di ricorrere a prezziari aggiornati. Obbligo, questo, che naturalmente non va inteso in senso solo formalistico (vale a dire come mera applicazione dell’ultimo prezziario utile), ma necessariamente sostanziale, implicando, cioè, per le committenti un’opera di revisione dei prezzari – e dei progetti – ogniqualvolta sia riscontrabile – come ora- una loro non aderenza al dato reale.

Per questo, sarebbe auspicabile che le stazioni appaltanti attivino tutte le procedure interne affinché le voci di prezzario dell’ente vengano riallineate al mercato, con conseguente adeguamento dei progetti già predisposti.

Gli uffici di Ance Brescia sono a disposizione per eventuali chiarimenti.

 

 


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