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Servizio Tecnico - referente: dott.ssa Sara Meschini
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21.05.2021 - lavori pubblici

CARO-MATERIALI, LA DENUNCIA DELL’IMPENNATA DAI PREZZI ARRIVA IN PARLAMENTO E ANAC CHIAMA IN CAUSA IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE PER INTERVENIRE CON NORME AD HOC

Si informa che nei giorni scorsi Anac è intervenuta in tema di caro materiali con una lettera indirizzata al Ministero delle Infrastrutture, condividendo alcune riflessioni e dichiarando che è necessario emanare norme ad hoc per far fronte ai rincari che si stanno registrando in questo anno e che non pare si stiano fermando.

La lettera segue l’esame di Anac della richiesta di un intervento sollecitata da Ance e anche da singole aziende sul fronte dell’impennata dei prezzi dei prodotti da costruzione negli ultimi mesi.

Per Anac, infatti, non ci sono spazi di manovra per un intervento di revisione prezzi a valle di contratti stipulati senza prevedere questa possibilità. Anche l’ipotesi di ricorrere a una variante in corso d’opera per assorbire tramite una modifica contrattuale l’aumento imprevisto dei prezzi in cantiere non è una strada facilmente praticabile con le norme attuali. Per introdurre meccanismi di compensazione degli extra-costi subiti dalle imprese a causa della fiammata dei materiali da costruzione servono norme ad hoc. Una fiammata che, come ricorda la stessa Autorità, travalica «le normali fluttuazioni del mercato» e rischia «di compromettere la regolare esecuzione dei lavori affidati».

Secondo Anac, quindi, in assenza di novità legislative gli spazi di manovra delle imprese sono molto limitati. Il prezzo dell’acciaio è cresciuto del 130% tra novembre 2020 e marzo 2021. Quello del bitume è salito del 15% mentre il costo del cemento è aumentato di circa il 10% solo a gennaio mentre il legno ha evidenziato un rimbalzo del 20 per cento. Nello stesso periodo (novembre-febbraio) il prezzo del polietilene (plastiche) ha subito un incremento di circa il 40%, il rame del 17 per cento, petrolio e derivati del 34 per cento.

Tali rincari hanno messo in agitazione le imprese, soprattutto quelle che impegnate in appalti pubblici, impossibilitate a ribaltare a valle gli aumenti di costo subiti a monte. L’Autorità ricorda che il Codice dei contratti (articolo 106, comma 1) stabilisce che eventuali meccanismi di revisione dei prezzi a cantieri aperti deve essere prevista in anticipo nei documenti contrattuali «mediante clausole chiare, precise e inequivocabili». In assenza di questa previsione, come accade nella quasi totalità dei casi, l’applicazione di meccanismi di revisione dei prezzi «si presenta come alquanto problematica». Anche l’idea di ricorrere a una variante in corso d’opera non è una soluzione agevole. neppure provando a ricondurre l’esplosione del prezzo dei materiali alle conseguenze della pandemia. Anche in questo caso, segnala l’Autorità, si verificherebbero una serie di problematiche «connesse in particolare alle attività di rilevazione delle variazioni dei prezzi, di quantificazione dell’effettivo impatto delle variazioni sull’importo contrattuale e di verifica di una adeguata copertura economica, che non appaiono superabili in assenza di indicazioni da parte del legislatore».

L’unica possibilità rimane quella di un intervento legislativo. Di qui la scelta di coinvolgere le Infrastrutture, mettendo il ministro Giovannini a conoscenza delle segnalazioni ricevute dalle imprese, «per eventuali seguiti di competenza».

Nel frattempo, Forza Italia chiede al Governo un intervento straordinario di compensazione per le imprese, presentando un interpello in Parlamento.

L’allarme non è solo del nostro Paese, ma è europeo e Thomas Bauer, presidente della Fiec, federazione europea dei costruttori, ha scritto alla commissione Ue per mettere in guardia dai rischi dei rincari e chiedere misure coordinate da parte di Bruxelles.

Due le richieste avanzate al Governo. La prima è quella di monitorare a stretto giro l’andamento dei prezzi sul mercato. L’invito è quello di «prevedere l’emanazione di appositi decreti ministeriali al fine di poter rilevare, su base trimestrale, le variazioni percentuali intervenute nel corso del 2021 rispetto ai prezzi medi del 2020, sia in aumento che in eventuale diminuzione, superiori ad una certa percentuale».

La seconda idea è quella di introdurre un meccanismo di compensazione delle imprese che hanno subito o rischiano di subire i contraccolpi più pesanti. Qui il suggerimento è quello di prevedere «un meccanismo di compensazione urgente e straordinario per i lavori eseguiti nel corso del 2021, attraverso il quale riconoscere alle imprese gli incrementi eccezionali intervenuti, da applicarsi, anche in deroga alle disposizioni vigenti, a tutti i lavori in corso di esecuzione alla data di entrata in

vigore della norma».

Gli uffici di Ance Brescia sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

 

 


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