Print Friendly, PDF & Email
Servizio Tributario - referente: rag. Enrico Massardi
Tel. 030.399133 - Email: enrico.massardi@ancebrescia.it
12.06.2023 - tributi

DL BOLLETTE: TUTTE LE MISURE FISCALI D’INTERESSE DELLA NUOVA LEGGE

Il contenuto che stai visualizzando è riservato agli associati ANCE.

Confermate la cumulabilità fra i benefici fiscali per il risparmio energetico ed i contributi regionali, nonché le modifiche di ambito applicativo e termini di alcuni istituti della definizione agevolata, introdotti dalla legge di Bilancio 2023.

Queste le misure fiscali d’interesse per il settore delle costruzioni, contenute nella legge 26 maggio 2023, n.56, di conversione, con modificazioni, del Decreto-legge 30 marzo 2023, n.34 – cd. “Decreto Bollette”.

Disposizioni fiscali in materia di interventi di risparmio energetico (art. 7)

Relativamente alle spese sostenute per interventi di risparmio energetico, viene ammessa la cumulabilità tra i relativi benefici fiscali (Bonus ristrutturazioni ed Ecobonus) ed i contributi regionali (o delle province autonome di Trento e Bolzano), a condizione che le norme che regolano questi ultimi consentano espressamente tale possibilità. In particolare, la cumulabilità riguarda la parte di spesa sulla quale viene concesso il contributo regionale.

La somma dei due benefici, in ogni caso, non deve superare il 100% della spesa ammissibile all’agevolazione o al contributo.

La possibilità riguarda esclusivamente i contributi già istituiti al 31 marzo 2023, da erogare nel 2023 e nel 2024.

Definizioni agevolate – Estensione dell’ambito applicativo (artt. 17-18, 20)

Viene esteso l’ambito applicativo della definizione agevolata in acquiescenza (art. 1, co. 180-181, legge 197/2022 – Bilancio 2023) riguardante gli atti di accertamento adottati dall’Agenzia delle entrate (avvisi di accertamento, di rettifica e liquidazione), non impugnati e ancora impugnabili al 1° gennaio 2023 o notificati, entro il 31 marzo 2023, anche ai medesimi atti, ivi compresi gli atti di recupero, divenuti definitivi nel periodo tra il 2 gennaio e il 15 febbraio 2023.

In presenza delle suddette condizioni, è stato consentito l’accesso alla definizione agevolata entro il 2 maggio 2023.

Inoltre, per i medesimi atti, che siano stati già definiti in acquiescenza nel periodo tra il 2 gennaio e il 15 febbraio 2023, e già oggetto di rateizzazione al 31 marzo 2023, possono essere rideterminate (con riduzione a 1/18 del minimo) le sanzioni già dovute, mediante un’istanza da presentare entro il termine per il pagamento della rata successiva. Resta fermo il piano di pagamento rateale originario e sono, in ogni caso, rimborsabili o rideterminabili le maggiori sanzioni versate.

Viene, altresì, esteso l’ambito applicativo della conciliazione agevolata delle controversie tributarie con l’Agenzia delle Entrate, disposta dalla legge di bilancio 2023 con riferimento alle liti pendenti al 1° gennaio 2023 innanzi alle Corti di giustizia tributaria di I e II grado (art.1, co. 206-212, legge 197/2022 – Bilancio 2023), anche alle controversie pendenti al 15 febbraio 2023.

Viene spostato al 30 settembre 2023 (dal 30 giugno) anche il termine per sottoscrivere l’accordo conciliativo, alternativo alla definizione agevolata, con cui vengono definite le controversie pendenti, al 1° gennaio 2023, davanti alle corti di giustizia tributaria di I e di II grado, aventi ad oggetto atti impositivi, in cui è parte l’Agenzia delle entrate.

Inoltre, viene concessa la possibilità di regolarizzare gli omessi o carenti versamenti, anche oggetto di rateizzazione, già in corso a seguito di accertamento con adesione, acquiescenza o conciliazione giudiziale, per le quali non sia stata ancora notificata la cartella di pagamento o l’atto di intimazione al 1° gennaio 2023.

Definizioni agevolate degli enti locali (art.17-bis)

In fase di conversione in legge del D.L. 34/2023, sono stati estesi anche alle Regioni e ai Comuni, con riferimento ai propri tributi:

  • l’annullamento automatico delle “mini-cartelle” fino a 1.000 euro per i carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 (cfr. l’art.1, co. 227 della legge 197/2022),
  • le definizioni agevolate dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 (cfr. l’art.1, co. 231-232 della legge 197/2022),

In particolare, gli Enti locali possono stabilire queste disposizioni applicative mediante propri provvedimenti, da emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge 56/2023 (29 luglio 2023).

Per quel che riguarda la sola definizione agevolata, l’atto dell’Ente locale deve contenere le informazioni seguenti:

  • il numero di rate in cui può essere ripartito il pagamento e la relativa scadenza;
  • le modalità con cui il debitore manifesta la sua volontà di avvalersi della definizione agevolata;
  • i termini per la presentazione dell’istanza in cui il debitore indica il numero di rate con il quale intende effettuare il pagamento, nonché la pendenza di giudizi aventi ad oggetto i debiti cui si riferisce l’istanza stessa, assumendo l’impegno a rinunciare agli stessi giudizi;
  • il termine entro il quale l’ente territoriale o il concessionario della riscossione trasmette ai debitori la comunicazione nella quale sono indicati l’ammontare complessivo delle somme dovute per la definizione agevolata, quello delle singole rate e la scadenza delle stesse.

A seguito della presentazione dell’istanza, sono sospesi i termini di prescrizione e di decadenza per il recupero delle somme oggetto della stessa.

In caso di mancato, insufficiente o tardivo versamento dell’unica rata ovvero di una delle rate in cui è stato dilazionato il pagamento delle somme, la definizione non produce effetti e riprendono a decorrere i termini di prescrizione e di decadenza per il recupero delle somme oggetto dell’istanza. In tale caso, i versamenti effettuati sono acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto.

Regolarizzazione delle violazioni formali – proroga scadenze (artt. 19 e 21)

Viene spostato al 31 ottobre 2023 (dal 31 marzo) il termine di versamento della prima rata per la regolarizzazione delle violazioni formali (che non rilevano sulla determinazione della base imponibile e sul pagamento) in materia di imposte sui redditi, imposta sul valore aggiunto (IVA) e imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) commesse fino al 31 ottobre 2022.

La regolarizzazione avviene versando 200 euro per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni, in due rate di pari importo, la prima rinviata al 31 ottobre 2023 e la seconda che rimane fissata al 31 marzo 2024. Entro quest’ultima data dovranno essere rimosse anche le irregolarità.

Al riguardo, viene precisato, con una norma di interpretazione autentica, che per questo tipo di violazioni non è possibile accedere al “ravvedimento speciale.

Ravvedimento speciale – proroga scadenze (artt. 19 e 21)

Sono state modificate anche le scadenze di pagamento per il “ravvedimento speciale” che consente di regolarizzare le violazioni riguardanti i tributi dell’Agenzia delle Entrate, relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a quelli precedenti, pagando le sanzioni in misura pari ad 1/18 del minimo, oltre all’imposta e agli interessi (cfr. art.1, co.174-178 legge 197/2022 – Bilancio 2023).

In particolare, il versamento delle somme potrà essere effettuato in 8 rate di pari importo con scadenza della prima rata al 30 settembre 2023 (non più il 31 marzo). Le rate successive dovranno essere versate rispettivamente entro il 31 ottobre 2023, il 30 novembre 2023, il 20 dicembre 2023, il 31 marzo 2024, il 30 giugno 2024, il 30 settembre 2024 e il 20 dicembre 2024. Su di esse sono dovuti gli interessi nella misura del 2% annuo. Entro il 30 settembre 2023 andranno anche rimosse le irregolarità o le omissioni.

In merito, con una norma di interpretazione autentica, viene precisato che si può utilizzare il “ravvedimento speciale” per tutte le sanzioni regolarizzabili con il “ravvedimento ordinario” (ai sensi dell’art.13 del D.Lgs. 472/1997), sempre riferite alle violazioni commesse nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e in quelli precedenti.

Definizione agevolata delle controversie, e rinuncia ai giudizi – Proroghe dei termini (art. 20)

Viene posticipato al 30 settembre 2023 (dal 30 giugno) il termine per:

  • la presentazione della domanda di definizione agevolata delle controversie;
  • il versamento degli importi dovuti ovvero della sola prima rata.

Cambia il calendario per il versamento delle prime 3 rate in caso di pagamento rateale possibile (max 20 rate) solo per importi superiori a 1.000 euro.

In tal caso, le prime 3 rate vanno versate entro il 30 settembre 2023, il 31 ottobre 2023 e il 20 dicembre 2023. Vengono, altresì, ridefiniti i termini per il versamento delle rate successive, che vanno versate entro il 31 marzo, 30 giugno, 30 settembre e 20 dicembre di ciascun anno.

Sempre per le rate successive alle prime 3, in fase di conversione in legge del D.L. 34/2023 è stata concessa la facoltà di versamento in 50 rate mensili di pari importo, con scadenza nell’ultimo giorno lavorativo di ciascun mese, a decorrere da gennaio 2024. A questa regola fanno eccezione i versamenti del mese di dicembre di ciascun anno, che restano fissati al 20 del mese.

Se il contribuente chiede al giudice la sospensione delle controversie, dichiarando di volersi avvalere della definizione agevolata, il processo è sospeso fino al 10 ottobre 2023 (non più il 10 luglio), data entro la quale sarà necessario depositare copia della domanda di definizione e del versamento degli importi dovuti o della prima rata.

Sono, inoltre, sospesi per 11 mesi (e non più 9) i termini di impugnazione, anche incidentale, delle pronunce giurisdizionali e di riassunzione, nonché per la proposizione del controricorso in Cassazione che scadono tra il 1° gennaio 2023 e il 31 ottobre 2023 (non più il 31 luglio). Inoltre, viene prorogato al 30 settembre 2024 (dal 31 luglio) anche il termine di notifica per l’eventuale diniego della definizione agevolata.

Viene spostato al 30 settembre 2023 (dal 30 giugno) anche il termine per sottoscrivere l’accordo di rinuncia al ricorso nelle controversie pendenti in Cassazione al 1° gennaio 2023 in cui è parte l’Agenzia delle entrate, aventi ad oggetto atti impositivi.

Tregua fiscale (art. 23)

Viene stabilito che i reati penali tributari di omesso versamento di ritenute certificate, omesso versamento IVA, indebita compensazione (previsti, rispettivamente, dagli artt. 10-bis, 10-ter, e 10-quater, co.1, del Dlgs 74/2000) non sono punibili se le relative violazioni sono state correttamente definite con versamento integrale delle somme, nell’ambito delle procedure agevolate di regolarizzazione fiscale previste dalla legge di bilancio 2023.

Si tratta delle definizioni agevolate introdotte dall’art. 1, co. da 153 a 158 e da 166 a 252, della legge 197/2022 – legge di Bilancio 2023.

L’esimente opera esclusivamente se le violazioni sono state definite ed il contribuente ha versato gli importi dovuti prima della sentenza di appello.

Per poter fruire della speciale causa di non punibilità, il contribuente è tenuto a comunicare l’avvenuto versamento delle somme dovute o della prima rata al giudice e poi l’Agenzia delle Entrate. Dal momento in cui il giudice presso cui è pendente il procedimento penale riceve la comunicazione il processo è sospeso fino all’ulteriore comunicazione, da parte dell’Agenzia delle entrate, circa l’esito della procedura.


ANCE Brescia - Riproduzione e utilizzazione riservata ai sensi dell’art. 65 della Legge n. 633/1941